IL CONCETTO DI CULTURA

 IL CONCETTO DI CULTURA



LE ORIGINI DEL CONCETTO DI CULTURA

Le prime testimonianze antropologiche scritte risalgono allo storico e viaggiatore greco Erodoto. 

Illuminismo → lo studio dei popoli extra-europei cominciò a rappresentare il vero e proprio campo di indagine per linguisti, storici, filosofi, geografici e scienziati naturali. In Europa, il movimento romantico introdusse un modo nuovo di guardare i popoli del continente. In Germania vi erano studiosi che ponevano attenzioni alle tradizioni, e costumi, alle fiabe e alle leggende del Popolo tedesco piuttosto che ha l'uomo universale degli illuministi. Per i romantici si trattava di aspirare alla conoscenza dei singoli popoli, in primo luogo di Popoli in lingua tedesca. La riscoperta delle tradizioni del Popolo germanico contribuì alla formazione del concetto di cultura, che per i romantici era qualcosa di specifico e particolare di un popolo e non di un altro. Alla cultura sia affiancava la civiltà vista come un insieme di acquisizioni esterne a essa. La civiltà Intesa in questo senso può incidere profondamente sulla cultura.

CULTURA E CIVILTÀ NELL'ANTROPOLOGIA INGLESE

Edward B. Taylor nel libro "cultura primaria" introdusse per la prima volta la definizione antropologica di cultura: la cultura è quell'insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l'arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall'uomo in quanto membro della società. Per lui il concetto di cultura coincideva solo in parte con la "Kultur" dei romantici tedeschi. Infatti egli la equiparò alla civiltà. Per lui la cultura era qualcosa di fortemente connaturato a una popolazione, una società, una comunità particolari. La cultura era una caratteristica universalmente umana. Gli antropologi evoluzionisti parlavano della cultura umana come di un campo in evoluzione il quale si era evoluto fino a raggiungere le vette della società europea di allora. La storia della società umana appariva come il risultato delle azioni di leggi costanti, e con gli effetti cumulativi avevano segnato stadi di sviluppo sociale culturale caratterizzati da una crescente complessità. I primitivi contemporanei rappresentavano gli stadi più antichi dello sviluppo culturale; diventa possibile classificare le società in inferiori e superiori all'interno di una grande scala generale di sviluppo.


L'EVOLUZIONE DELLA CULTURA NELL'ANTROPOLOGIA DELL'OTTOCENTO

James G. Frazer scrisse un opera, Il ramo d'oro, dove espose la propria teoria dello sviluppo dell'atteggiamento dell'umanità nei confronti del mondo circostante. Via via che i contatti dell'Occidente con i popoli degli altri continenti diventavano più frequenti si intensificò anche la ricerca etnografica.                                                                               
Etnografia = aspetto centrale del metodo di ricerca sul campo, che sia fianco allo studio delle tradizioni popolari europee. Gli antropologi cominciare una interessarsi sempre più delle singole società e delle singole culture. La nascita del patrimonio culturale Oggi per patrimonio culturale intendiamo tutto ciò che appartiene alla cultura materiale, artistica e culturale in senso antropologico a cui un certo gruppo o una certa società guarda come a elementi del proprio passato. In ogni paese possono coesistere molti tradizioni culturali, ogni città è in grado di esibire una propria tradizione culturale. Nella seconda metà del 900, i paesi hanno provveduto a stabilire che cosa appartenenza loro patrimonio culturale. L'idea di patrimonio culturale nacque nell'Inghilterra della seconda metà dell'Ottocento con il nome di cultural heritage, che significa eredità culturale. I riformisti di allora sentirono il bisogno di fissare degli ancoraggi alla memoria del paese, con lo scopo di affermare una forma di continuità in cui gli abitanti dell'Inghilterra e di altre regioni della Gran Bretagna potessero riconoscersi. 
così nacque la nozione di patrimonio culturale



IL CONCETTO DI CULTURA ANTROPOLOGICA STATIUNITENSE

Franz Boas → si fece promotore di un rinnovamento dell'antropologia americana attraverso la critica dell'evoluzionismo culturale. Lui sosteneva che la storia della cultura non poteva essere trattata in generale, ma che bisognava studiare ogni cultura nella sua specificità. Infatti è conosciuto per quella prospettiva chiamata particolarismo storico. Boas aveva compiuto lunghe e importanti ricerche alla fine dell'Ottocento tra gli Inuit e poi tra le popolazioni della Costa nord-occidentale degli Stati Uniti. Egli evito sempre di dare una definizione del concetto di cultura, ma si batte a lungo per far capire che fenomeni culturali hanno poco o nulla a che vedere con quelli biologici.

Ruth Benedict
 → scrisse uno dei libri di antropologia più letti in assoluto: modelli di cultura. Lui presentò un modo nuovo di guardare alla cultura, eliminò dal concetto di essa tutto quello che non è simbolico. Per Benedict la cultura era un insieme di simboli e idee, per lui ogni cultura era diversa un'altra proprio perché le idee e i comportamenti producevano una realtà culturale specifica. La teoria di Ruth Benedict è detta anche configurazionismo, detta così perché vedeva ogni cultura come un modello a sé stante, ed ebbe una grande influenza sull'antropologia americana dei decenni successivi
Margaret Mead → si concentrò sui popoli del Pacifico, lui cercò di mostrare che il modello tipico della loro era tale da non fare dell'adolescenza un'età difficile e problematica né per i ragazzi né per i genitori. La conclusione di queste ricerche è che la predominanza della cultura sulla natura è netta. Mead sosteneva che i problemi adolescenziali non erano dovuti alla crescita fisiologica, ma che derivano da un educazione "sbagliata".

Gli studi degli allievi di Boas ebbero grande influenza non solo sulle scienze sociali ma anche sulle scienze dell'educazione e sulla psicologia americane. L'operazione condotta da Boas e da i suoi allievi consisteva pertanto nel fare della cultura un oggetto di ricerca a sé stante, proprio di una disciplina specifica come l'antropologia culturale.


MALINOWSKI E LA TEORIA STRUMENTALE DELLA CULTURA

William H. Rivers partecipò nel 1898 ad una spedizione antropologica nel Pacifico. Da allora egli si dedicò all'antropologia e sviluppo metodi di ricerca, insegnando all'Università di Cambridge. Rivers sosteneva che per studiare una comunità primitiva bisognava abitare in loco (sul luogo) per un lungo periodo, inoltre era necessario scegliere una comunità numericamente ristretta in modo da poter conoscere tutti personalmente e studiare da vicino i rapporti di parentela.


Bronislaw studiava l'antropologia a Londra; ottenne un permesso di muoversi tra l'Australia e la Nuova Guinea per diversi anni, durante i quali studiò la vita degli abitanti delle isole Trobriand. Egli cercò di capire il punto di vista dell'indigeno, il suo rapporto con la vita e di rendersi conto della sua visione del suo mondo. Per fare questo doveva stabilire una relazione di confidenza, di fiducia e di intimità con i Trobriand. Le istituzioni politiche, il diritto, i miti, i riti, l'economia..., contribuiscono al funzionamento della società. La visione della cultura di Malinowski è contenuta in Teoria scientifica della cultura, dove lo studioso definisce la cultura come il tutto Integrale consistente degli strumenti e dei bene di consumo, delle idee e delle art, delle credenze e dei costumi. Egli definisce la cultura come un tutto integrale , essa è fatta da simboli, valori, concetti, relazioni sociali, politiche, economiche ecc. Si tratta di un'idea della cultura come apparato strumentale in quanto consiste in una serie di risposte alle necessità imposte dall'adattamento all'ambiente. Nell'opera " Magia", scienza e religione (1948) Malinowski propone di considerarla magia come una risposta emotiva a una situazione non controllabile, essa è un possesso primordiale che afferma il potere autonomo dell'uomo di creare fini desiderati. Lo scopo della magia è mettere l'uomo in grandi di compiere con fiducia i suoi compiti importati, di mantenere il suo equilibrio, e la sua funzione è quella di ritualizzare l'ottimismo dell'uomo.



RADCLIFFE - BROWN E LO STUDIO DELLA STRUTTURA SOCIALE

Alfred R. Radcliffe era un esperto etnografo e uno dei studiosi della parentela, del mito e dell'organizzazione sociale. Lui si concentro, sotto l'influsso di Durkheim, sullo studio da struttura sociale. La struttura sociale è l'intendere il complesso delle relazioni che legano tra loro individui e gruppi all'interno della comunità. Questo studio ha il vantaggio di riferiva fenomeni certi, osservabili; e deve essere in relazione con la parentela, il potere, di autorità ecc. Radcliffe sosteneva che il rapporto di un attività sociale porta un contributo alla esistenza e alla continuità della struttura sociale. Lo studio della struttura sociale studiava tutte le componenti necessarie alla riproduzione della stessa, da qui il funzionalismo strutturale. Lui pensava ad una scienza delle singole strutture sociali per arrivare a leggi generali sul funzionamento della società. Radcliffe definì antropologia sociale quella che era chiamata antropologia culturale.

Edward Evans-Pritchard → ha scritto due opere: 
- Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande;
- I Neuer, che segnarono una svolta negli studi africanistici e antropologici in generale. 
Lui aveva una visione dell'antropologia sociale come un sapere più simile alla storia e alla filosofia che non a una vera scienza. Evans-Pritchard non riteneva possibile giungere alla formulazione di leggi sull'agire umano, in quanto è continuamente influenzato da motivi contingenti e imprevedibili, soggettivi, a differenza di quanto accade nello studio dei fenomeni presi in considerazione da scienze

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